Cos'è la Bulé

Qualche tempo fa mi è capitato di scoprire su un libro di scuola di mia figlia che gli antichi greci avevano un sistema elettorale davvero originale. Si chiamava Bulé e, almeno in una delle sue declinazioni, consisteva semplicemente nel tirare a sorte i rappresentanti del popolo.

Così, tanto per poter dire di averle tentate tutte, prima di arrendersi alla partitocrazia imperante, la butto lì: perché non ci liberiamo in un colpo solo di tutta la stantia, ammuffita, corrotta, insipida classe politica che abbiamo e i nostri rappresentanti li tiriamo semplicemente a sorte?

E' chiaro che i politici attuali una legge del genere non l'approveranno mai: sarebbe come licenziarsi da soli!

Allora ecco qui il mio progetto in due tappe:

1) Costituzione di un partito "a progetto", che abbia cioè solo il compito di conquistare la maggioranza in Parlamento con lo scopo di realizzare il punto 2, per poi sciogliersi.

2) Varare la legge della Bulé, in modo che dalla tornata elettorale successiva non siano più necessari i partiti, diventati completamente inutili.


I punti base della nuova legge dovrebbero essere:

- Qualunque cittadino italiano può candidarsi alle elezioni purché al momento della candidatura sia maggiorenne, goda dei diritti civili, sia incensurato, non abbia subìto condanne penali nemmeno in primo grado, né abbia processi penali in corso.

- Un apposito Organismo Elettorale provvederà a estrarre a sorte tra tutte le persone candidate il numero di parlamentari previsti dalla legge (un po' meno di quelli oggi esistenti).

- Gli eletti, riuniti in Parlamento, eleggeranno a maggioranza uno di loro come Presidente del Consiglio, che la stessa maggioranza può revocare in qualsiasi momento.

- Il Presidente del Consiglio nominerà i ministri, scegliendo tra gli eletti stessi e/o tra personalità di spicco della vita professionale, culturale ecc. del Paese, e potrà destituirli in qualsiasi momento.

- Tutte le decisioni del Governo passano al vaglio del Parlamento, che le approva se raggiunge la maggioranza dei votanti.

- Le proposte di legge possono essere presentate dal governo o da almeno 12 parlamentari firmatari, e vengono discusse dal Parlamento. Per approvarle, serve il voto favorevole della maggioranza.

- I parlamentari, se superano i 50 giorni all'anno di assenza ingiustificata vengono destituiti e sostituiti da altri candidati estratti a sorte tra tutti gli altri iscritti nelle liste.


Ogni contributo a questo progetto, per definirlo, correggerlo e arricchirlo (o demolirlo), è il benvenuto e può essere inviato a questo blog, dove sarà puntualmente pubblicato.

Chi fosse interessato a provare a mettere fattivamente in piedi il “partito-a-progetto” della Bulé può scrivere invece a questo indirizzo temporaneo: partitolabule@gmail.com


sabato 30 gennaio 2010

Mentre il Paese si sfalda

I dati sono più che preoccupanti: a dicembre il tasso di disoccupazione è salito all'8,5%. Non era così alto dal 2004. L'Istat ha reso noto che il mese scorso il numero di persone in cerca di lavoro ha raggiunto quota 2 milioni e 138 mila, con un aumento del 2,7% rispetto a novembre (+57mila unità) e del 22,4% rispetto allo stesso mese dell'anno prima (+392mila). Il tasso è particolarmente alto fra i giovani sotto i 25 anni (26,2% di disoccupati) e fra le donne (10%) mentre gli uomini sopra i 25 anni senza lavoro sono il 7,5%. A tutto questo si debbono aggiungere un gran numero di persone in cassa integrazione (che non potrà durare all'infinito) o in mobilità che, tra qualche mese, potrebbero far esplodere la situazione (secondo il Centro Studi di Confindustria, la disoccupazione effettiva è già al 10%).

E la politica che fa? Dorme.

L'Eurispes, che ha pubblicato oggi il suo rapporto Italia 2010, parla di un paese immobile, privo di idee e progetti, nel quale sembra che anche i soggetti che si propongono per guidare l'Italia futura siano in realtà interessati soltanto a una transizione senza fine. Insomma, gli fa comodo che le cose vadano così. Manca un qualsiasi progetto. I partiti che governano o si propongono di governare non sembrano volerlo (o essere in grado di produrlo), e questo "mortifica le attese degli italiani e impedisce di immaginare e costruire il futuro".

Il presidente Fara dice testualmente: "Non abbiamo timore di essere accusati di eccessivo allarmismo, ma dal nostro osservatorio cogliamo segnali preoccupanti di disagio, di distacco, quando non di ostilità nei confronti delle Istituzioni che aspiranti capipopolo vorrebbero cavalcare. E mentre tutto ciò accade, la nostra classe dirigente appare interessata solo agli equilibri di potere, a costruire e smontare alleanze, a operare per il proprio esclusivo tornaconto, a imbastire lucrosi affari, a difendere privilegi e vantaggi senza rendersi conto che l'intero sistema si sta progressivamente sfaldando".

Se se ne è accorto anche l'Eurispes, possiamo cominciare davvero a preoccuparci! E diventa sempre più urgente trovare un modo di interrompere questo circolo vizioso che consente ai nostri pseudorappresentanti di arricchirsi col denaro pubblico perseguendo solo il proprio interesse mentre, in frange sempre maggiori di popolazione consegnate quotidianamente alla disperazione, non possono che montare idee di rivalsa violenta che potrebbe portare a una nuova stagione di terrorismo e morte, ancora più micidiale di quella che abbiamo conosciuto negli anni 70 perché non dettata dall'ideologia ma dalla disperazione.

Fare la Cassandra non piace a nessuno, e capisco che il progetto della Bulé può apparire velleitario o addirittura utopico, ma è più realistico aspettarsi qualcosa dal sistema dei partiti?

Le vignette sono tratte dal volume "Berlustory, biografia a fumetti del Cavaliere", Cartoon Club Editore. World © Marcello.  

lunedì 25 gennaio 2010

Partiti? Bleah!

Nel giorno in cui il Milan si lecca le ferite dopo l'umiliante sconfitta nel derby, che Materazzi festeggia indossando una beffarda maschera di Berlusconi (vedi foto "rapinata" sul sito di Repubblica), sui giornali escono i dati sul gradimento che le Istituzioni riscuotono presso gli italiani. Tra i dati più rilevanti del sondaggio Eurispes contenuto nel rapporto Italia 2010 che verrà presentato venerdì prossimo, a noi preme soprattutto quello relativo ai partiti. Ebbene, il 45,5% degli intervistati non nutre alcuna fiducia nei partiti e il 42,4% ne ha poca, a fronte di un 12,1% che si dichiara fiducioso. Una opinione quasi uniforme in tutte le aree geografiche del Paese e che prescinde dall'area politica di appartenenza. E allora che aspettiamo a organizzarci per farli sparire una volta per tutte? Forse ci vorrà qualche anno per mettere insieme una struttura che porti avanti il discorso in modo fattivo, ma certo il bacino dei possibili elettori del Partito della Bulé è tutt'altro che esiguo. Meditate, gente, meditate!

sabato 16 gennaio 2010

Smettiamo di litigare su Craxi!

L'idea della sindaca milanese di dedicare una via a Bettino Craxi ha di nuovo diviso l'Italia. Questo blog, che nonostante qualche accento guerrafondaio nei post precedenti, ha un intento democraticamente pacificatore (giacché l'eliminazione dei partiti e della "Casta" toglierebbe molto terreno alle perenni dispute italiche che si trascinano dai tempi di guelfi e ghibellini) suggeriamo un modo per accontentare sia i sostenitori che i detrattori di Craxi: basterebbe dedicargli, anziché una via o una piazza, un bel carcere, magari quello di San Vittore dove sarebbe dovuto finire se non fosse scappato (come un ladro, verrebbe da dire) in Tunisia!

Figli e sostenitori vedrebbero ricordato in modo imperituro il loro amato scomparso, e i detrattori lo vedrebbero inchiodato indelebilmente alle sue colpe di collettore di tangenti (e non per il partito, ma per sua ricchezza personale).
Così, alla domanda: "Ma dov'è finito tuo marito?" le consorti dei criminali meneghini non risponderebbero più: "Eeeh, l'han purtaa a San Vitùr!", ma: "Eeeh, l'han purtaa al Betìn!"

giovedì 14 gennaio 2010

La Bulé piace in Scozia

 

Quando si dice la coincidenza! Tra i libri in attesa di lettura giaceva da qualche mese in una delle mie librerie un romanzo di fantascienza, “Luce nera” di Ken MacLeod (Urania n.1545, Mondadori, aprile 2009), secondo di una divertente trilogia. E mi sono deciso a leggerlo proprio in questi giorni in cui ho deciso di lanciare il mio appello per la nascita di un Partito della Bulé. Qual è il legame fra questo romanzo e il mio progetto? È presto detto. A pag. 116, nel contesto della scelta di rappresentanti di zona estratti a sorte, lo scrittore scozzese mette in bocca ai suoi personaggi il seguente, testuale dialogo:

“Se le riunioni di quartiere eleggeranno i delegati, si potrà essere certi che questi rappresenteranno le opinioni della maggiornanza.”

Gail rimase allibita. “E le opinioni della minoranza? Chi le rappresenterebbe?”

Endecott tagliò l'aria con un gesto inpaziente. “Oh, be', la minoranza dovrebbe comunque ottenere dei delegati. E nessuno le impedirebbe di diventare magggioranza a sua volta. Non vedo perché dovrebbe essere un problema. Alla fine tutto si aggiusta, come hai detto tu per il sorteggio.”

“Ma è ridicolo. Questo è completamente diverso” controbatté Gail. “Tirare a sorte è equo, anche se a volte può uscire un risultato anomalo. Con le elezioni non fai che creare il problema della minoranza, e non solo quello. Partiti, soldi, notorietà, corruzione, tanto per dirne alcuni. Che possibilità rimarrebbero alla gente comune, che possibilità avremmo di farci ascoltare, di contare davvero? Le elezioni non hanno nulla di democratico, anzi, sono chiaramente anti-democratiche. E questo lo sanno tutti.”

Anche se la vicenda si svolge su lontani pianeti della Seconda Sfera abitati da sauri, giganti, pitky e umani provenienti dalla Terra, a me il commento della combattiva Gail ha fatto l'impressione di una analisi del nostro sistema politico. E di quello di tutte le cosiddette democrazie occidentali, ovviamente.

Beh, non possiamo che nominare seduta stante MacLeod membro ad honorem della nascente comunità dei sostenitori della Bulé!

Certo, qualcuno obietterà che si tratta di fantascienza!

È vero. Lo dicevano anche del Nautilus “inventato” da Jules Verne.

martedì 12 gennaio 2010

Lettera da un amico

Ma certo sei proprio diventato matto, eh?

Mica avevo capito che eri tu il fondatore di questa idea.

Io non so che dirti, sinceramente apprezzo l’obbiettivo di mandare a casa tutta ‘sta gente, non la sopporto più quanto te e come molti altri, e condivido anche la preoccupazione per il futuro dei nostri figli, ma non ho l’ottimismo adatto ad immaginare di poterlo fare così (e credo che l’ottimismo sia anche una delle poche qualità di cui dispongo).

Poi, se mi chiedi come farlo, non saprei che ricetta dare, il mondo mi sembra così complesso che mi appare impossibile poterlo rivoluzionare con un semplice invito ad un’adunata sul web. O almeno non adesso.

Credo che la gente nonostante tutto non sia ancora troppo con l’acqua alla gola per poter recepire un messaggio simile, non è sufficientemente esasperata, il livello del benessere e delle comodità è tale che alza di parecchio il grado di sopportazione di queste cose, senza contare che la “massa critica” da smuovere sarebbe tale e tanta che senza ulteriori apporti e supporti (pubblicità, promozione, attivismo locale, divulgazione) mi pare un’impresa tanti titanica quanto impossibile (ha difficoltà Grillo, figurarsi…).

Il dubbio “tecnico” invece è quello della casualità, che ha in sé la caratteristica della imprevedibilità e quindi scevra da qualsiasi macchinazione preventiva, ma avrebbe anche il limite di portare in posti di responsabilità, persone magari “pulite” e volenterose, ma inadatte a ricoprire posizioni vitali per il paese, magari costringendo l’eventuale parlamento a un continuo ricambio di personaggi, vista l’incompatibilità degli incarichi, perdendo più tempo a far quello piuttosto che a legiferare.

Non mi pare evitabile l’eventuale possibilità di formare dei “gruppi” che condividano le medesime idee, per cui alla fine, credo che l’accorpamento di individui finirebbe per ricomporre i “partiti”, che in sé non sarebbero neanche tutto questo male, se non fossero gestiti come sono.

Inoltre, si devono contare le invidie e la rabbiosità frustrata di economisti, di tecnici e professionisti che si vedrebbero scavalcati solo dalla casualità di un sorteggio. Difficile tenere a bada le umane debolezze.

Mi sembra una simpatica idea, ma un po’ troppo pazza. Perdonami.

Ma io per la simpatia verso l’idea e verso il promulgatore, la inoltro lo stesso ai miei amici, augurandole tutta la fortuna possibile.

Un abbraccio,

Stefano

Risponde Marcello.

Ciao, Stefano. Grazie per aver speso mezz'ora del tuo tempo per dare un giudizio sulla mia folle idea (in effetti ti sto scrivendo dal reparto neuropsichiatrico dell'ospedale di Livorno).

Per quello che riguarda i tuoi dubbi -che sono anche i miei- sulla possibilità di riuscire a concretizzare un percorso come quello da me ipotizzato, ti rimando alle risposte che ho dato all'amico anonimo e a Patrizia, qui sotto. Ricordandoti che ogni tanto bisogna avere l'incoscienza di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Passando dal terreno politico a quello professionale (senza voler fare paragoni, vista la macroscopica differenza di “numeri” delle due situazioni), anche quando creai con colleghi-amici la rivista Prova d'Autore, poi diventata Fox Trot e infine Fumo di China, poteva sembrare una pazzia. Però gli obiettivi che si poneva sono stati raggiunti (gli autori coinvolti hanno avuto occasione di farsi conoscere e di iniziare o allargare un percorso professionale) e la faccenda ha poi preso altre strade con il consolidamento di FdC, diventata la rivista che tutti conosciamo e che continua a dare il suo positivo contributo al mondo del fumetto italiano. Lo stesso potrebbe accadere alla Bulé: crescere strada facendo e diventare anche qualche cosa di diverso (ma sempre di positivo, si spera), una volta raggiunti i suoi scopi.

Ti rimando ai post qui sotto anche per i tuoi dubbi -che non sono invece i miei- sulle difficoltà di funzionamento “tecnico” di un Parlamento tirato a sorte.

Vorrei invece spendere due parole sulla tua interessante considerazione circa il fatto che i fortunati estratti si porterebbero inevitabilmente dietro le loro idee e si finirebbe dunque per ricostruire sui banchi parlamentari quei “partiti” che volevamo cancellare. È vero, ma come tu stesso dici, non vedo cosa ci sia di male. Io non ho niente contro le convinzioni, di destra, di sinistra o di centro che siano, dei cittadini. Quello che mi preme è eliminare l'ISTITUZIONE partito, con tutti gli incancreniti viluppi che si trascina dietro. Che poi i singoli parlamentari (ogni volta diversi, nota bene, se estratti a sorte, e non sempre le solite facce finché morte ce ne separi come succede adesso!) facciano le loro scelte sulla base delle proprie convinzioni ideologiche, è logico e auspicabile.

Grazie per l'opera di diffusione del progetto che ti proponi di fare nonostante tutto!

 

lunedì 11 gennaio 2010

Uno scambio (anonimo) d'idee

Pubblico lo scambio d'idee che ho avuto via e-mail in questi giorni con un amico che preferisce restare anonimo.

Caro Marcello, non ti nascondo che il tuo progetto, così d'emblée, mi lascia alquanto perplesso, a partire dalla fase 1. Prendere il potere elettoralmente con un progetto del genere (ma con qualsivoglia progetto) a partire dalla Rete punto e stop mi sembra semplice più o meno quanto quanto fare 6 al Superenalotto. Mi pare, non sto scherzando, meno difficile (e forse più sano) organizzare una rivoluzione di piazza (ovviamente sanguinosa perché anche qui sta il punto) a partire dall'esasperazione sociale crescente e che - Santoro e poco altro a parte - continuano disperatamente a tenere nascosta. D'altronde sono i media degli (parafrasando il mio adorato Di Pietro) ex socialisti-piduisti-razzisti-xenofobi-ignoranti e fascisti (fiancheggiati dai corrotti) che purtroppo hanno occupato il potere con tutta la forza dell'arroganza e il superomismo del loro capo, purtuttavia così cretino che un demente qualunque, se avesse avuto una pistola invece d'una statuetta, avrebbe potuto ammazzare per strada. Proprio quell'episodio dimostra però che questo è un potere fragilissimo e sono assolutamente persuaso che relativamente poche persone, ma lucide, determinate, decise e motivate dalla disperazione (come in qualunque rivoluzione del passato) potrebbero mandare a casa la “Casta”, la Nato e compagnia bella. Non credo invece alla presa del potere elettoralmente in una società come la nostra da parte di forze che non siano già dentro il sistema. Per quanto riguarda la fase due io invece credo al merito. Se il sistema fosse sano avremmo un gran numero di personaggi bell'e pronti da eleggere per fare di questo paese una cosa buona e accettabile, ma dopo le elezioni del 2006 (che furono evidentemente alterate con l'illecito da Berlusconi sotto gli occhi di tutti, ma senza che nessuno reagisse) mi sono rassegnato definitivamente che le strade debbano essere altre. Quali? Ci torneremo sopra ma sono d'accordissimo con te che qualcosa vada fatto. Al più presto. A presto.

Ciao.

So benissimo che prendere la maggioranza nella situazione attuale è impresa folle, più che titanica. È anche vero però che in Italia c'è un 30% che non va a votare, oltre a un-non-so-quanto-percento che vota obtorto collo per partiti in cui non si riconosce che parzialmente, o montanellianamente “turandosi il naso”. Dunque lo spazio c'è. Raggiungere quei potenziali elettori partendo dalla rete è altra impresa titanica, ma ricordiamoci che partendo dalla rete l'Onda Viola ha portato in piazza qualche centomila persone (18 e un cane secondo la questura), e che anche i media sono stati costretti a prendere atto del fenomeno e a rilanciarlo.

Insomma, la mia è una pazza idea, lo so, ma è l'unica alternativa che vedo a quella, armata, che vagheggi tu! Certo, se quel babbione di Tartaglia avesse avuto una Colt... in certi momenti ti viene da invidiare l'America dove il possesso delle armi è un'abitudine fin dall'infanzia, anche per i dementi! :-)

Concordo anche che sarebbe bello se venisse premiato il merito... ma nell'attuale, incancrenitissima situazione tu lo vedi non dico premiato ma almeno riconosciuto da qualche parte? In Parlamento ci vanno le Carfagna che sono competenti solo di ginocchia di Berlusconi, e ci ammuffiscono gli Andreotti, ancora lì dopo sessant'anni e dopo una sentenza che lo lascia libero ma lo riconosce colpevole di collusione con la mafia! Per non parlare del merito che c'è nella scuola, negli ospedali e in tutti gli altri posti dove la politica allunga le mani.

Una tabula rasa, con gente estratta a sorte e dunque in maggioranza fuori da tutti i giri, porterebbe sicuramente una "rottura" di tutti gli equilibri della "Casta"... e la possibilità di ripartire da noi, dalla gente che lavora e che anche se di politica sa poco o niente, sa però cos'è la vita di tutti i giorni. Sicuramente si ricandiderebbero tutti i politici, ma io oso sperare che lo farebbero anche tanti giovani e meno giovani volenterosi, intelligenti e aperti. Che si troverebbero costretti a inventarsi nuovi schemi di alleanze parlamentari e che, soprattutto, non avrebbero il tempo di incistare la società (come succede ora) con le loro trame corruttive, visto che starebbero lì al massimo cinque anni, viusto che essere estratto a sorte per due legislature di seguito sarebbe un colpo di culo quantomeno sospetto!

Certo, si candiderebbero anche i mafiosi e i piduisti, ma dovrebbero avere il culo di essere estratti, mentre oggi vengono semplicemente cooptati dal grande piduista-mafioso senza nemmeno la difficoltà delle preferenze nel voto! E si candiderebbero anche i giocatori del Superenalotto, nella speranza di "vincere" uno stipendio parlamentare e una pensione sicura e veloce... ma meglio loro di Bonaiuti, Bondi, Ghedini e La Russa.

Dunque, so che il mio è un sogno a occhi aperti, ma per onestà verso i miei figli sento di doverci provare. Magari si spegnerà tutto in una bolla di sapone nel giro di qualche settimana... e a quel punto mi iscriverò a un poligono di tiro, in attesa dei tempi che preconizzi! :-)

Un abbraccio.

Caro Marcello, con le mie riflessioni di ieri non volevo eccitarti alla guerra civile. Volevo solo, con un paradosso, comunicarti il mio pensiero e cioè: non io ma la storia dimostra che un rovesciamento del potere per darlo da una classe a chicchessia non può che passare da un conflitto duro e traumatico tanto quanto più quel potere è radicato nella cultura della società in questione. Dalla rivoluzione francese in avanti è stato così Persino la rivoluzione nonviolenta di Gandhi ha avuto i suoi morti e i suoi drammi. Spagna e Portogallo anni 70 avevano di mezzo i militari e lo squagliamento di regimi fuori dal tempo. In questo mi dichiaro ancora tranquillamente marxista leninista e maoista. E pensavo all’oggi, ai vari poveracci occupanti di tetti, gru, carrelli elevatori, autostrade che spesso con questi gesti ottengono ciò (detto tra noi, semplicemente una parte dei loro diritti) che altrimenti in questa società postcattolica che ha spostato il Sacro dall’umanità al profitto (alla faccia dei cammelli e delle crune degli aghi) non otterrebbero mai. Mi sono sgolato invano al sindacato in questo senso nei 4 anni senza contratto.Poi abbiamo firmato perché a quel punto conveniva a Debenedetti e alla questua degli ammortizzatori sociali per le aziende, se no eravamo ancora lì. Detto in altre e semplici parole: è una questione di rapporti di forza, non di numero di persone interessate. Un’idea pur geniale come quella greca antica (del resto la democrazia l’hanno inventata loro, noi semmai la pizza), in società di poche migliaia di persone coinvolte e interessi circoscritti a limitate zone geografiche può essere traslata in una società di 45 milioni di persone coinvolgibili e con interessi forti assolutamente globalizzati? La trovo un’idea più estetizzante che fattibile. E che direbbero i milioni e milioni di clientes che dall’esercizio del voto si attendono un tornaconto dal politico di riferimento? È questo, il voto di scambio, il sistema elettorale radicato nella nostra cultura dal tempo degli antichi romani. Altrimenti non mi spiego come una classe dirigente di potenziale altissima qualità (guarda un qualunque faccia a faccia politico e dimmi se non ho ragione) supportata da una società civile altrettanto qualificata come i Girotondini, Libertà e giustizia, i Viola, gli stessi Grillini quando lui non esagera, ecc. la piglino regolarmente in saccoccia da una corte dei miracoli di somari calzati e vestiti guidati da un pazzo egoico che tutto il mondo ci schifìa. Detto questo torno a dirti che se senti di avere in pugno l’idea vincente non posso che incoraggiare i tuoi intenti. Spesso le idee più folli sono quelle che funzionano meglio...

A presto

Non sto a dirti (ma intanto lo faccio) che condivido tutte le tue riflessioni. E ho detto per primo che la mia è una (pazza) idea. E prima di decidermi a metterci la firma e la faccia ci ho pensato qualche mese, ben sapendo che ci avrei fatto la figura, se non del matto, del coglionazzo. Mio figlio Jacopo, timoroso di vedermela fare, si è anche rifiutato di farmi il blog della Bulé... ma intanto avevo imparato a farmelo da solo! :-)

Però i discorsi sui massimi sistemi non cambiano la realtà: siamo passati dai democristiani al CAF e a Berlusconi senza soluzione di continuità (e di corruzione). Il male non è solo nei partiti, lo so (ormai fanno abbastanza schifo anche un bel po' dei nostri vicini di casa... ma ci sono anche tante splendide persone), ma l'esistenza di questi è ampia parte nonché causa del problema. E dunque vorrei riportare la discussione al punto: ritieni che NELLA PAZZA IPOTESI che si riuscissero a togliere di mezzo i partiti per qualche legislatura, l'Italia avrebbe una chance in più di "raddrizzarsi", o pensi che i partiti (questi o altri... Lega a parte, cambiano nome ogni sei mesi, ormai!) siano la soluzione migliore?

Solo questo.

Nell'ipotesi uno, rimbocchiamoci le maniche e facciamo 'sta pazzia credendoci fino in fondo. Probabilmente falliremo, ma ci avremo provato.

Nell'ipotesi due... io torno a non votare, anarcoindividualisticamente come facevo a vent'anni, e camperò lo stesso.

Caro Marcello,non volevo fare il grillo parlante che poi non ha nulla da proporre. Penso tutto il male possibile dei partiti, basti vedere che fine hanno fatto tutti quei coglionazzi delle formazioni di sinistra che o sono stupidi o sono in malafede! Però ho miei dubbi che si riesca a mandarli a casa (i partiti) bypassandoli come vuoi fare tu. Grillo ad esempio non ci sta riuscendo. Non so, magari la tua sensazione è positiva e la rete è oramai matura per identificarsi con una sorta di neoqualunquismo (Giannini '47) come quello che proponi tu. Però bisogna mettere in piedi un movimento da almeno 10 milioni di voti perchè una minoranza anche robusta finirebbe al macero se avesse poi solo la Bulé come obiettivo. La Lega vuole il federalismo, ma dopo oltre vent'anni che esiste ancora non ci è arrivata. Bisognerebbe credo trovare il modo di federare tutta la società civile di sinistra e non solo, che attualmente si sta disperdendo in mille rivoli con grande gaudio di B. e soci che invece hanno puntato vincendo sul caro vecchio voto di scambio e sul rafforzamento dei privilegi (e dei privilegiati) già in essere.E sono i primi a mandare i figli a studiare e lavorare all'estero. Ci vorrebbe una riflessione collettiva. Onesta, aperta e sincera. Intanto un abbraccio.

Molto pertinente il tuo esempio della Lega. Anche se, forse, rimandare il raggiungimento dell'obiettivo può essere un modo per continuare a godere dei privilegi di Roma Ladrona che, dopo averla assaggiata, sembrano spregiare molto meno di una volta! Più che di Qualunquismo, però, nel caso della Bulé parlerei piuttosto di Chiunquismo. Giannini voleva infatti portare al potere l'Uomo Qualunque, ma all'interno del gioco dei partiti. Io vorrei vedere al potere l'uomo Chiunque (venga estratto), senza i partiti. La differenza, mi pare, è sostanziale.

da Patrizia Mandanici

Caro Marcello, nel mio post scomparso accennavo ai miei dubbi riguardo questa proposta della Bulé. I dubbi sono riferiti a due aspetti della questione: il primo sulla fattibilità di creare dal nulla un movimento che riesca a diventare poi maggioranza in parlamento; il secondo sull'opportunità di eleggere persone a caso. Sul primo punto: neanche Berlusconi è riuscito a farsi votare dalla maggioranza degli italiani, checchè ne dica. Per agglumare i voti di milioni di cittadini intorno a un'idea (fosse solo una , semplice) ci vogliono sforzi sovrumani, e soldi, e visibilità - oltre che appeal della proposta. Non sono così sicura che gli italiani, pure così insodisfatti della politica in buon numero, alla fine, davanti l'urna, siano così rivoluzionari da dare il proprio voto a chi non gli promette niente in termini economici. Il 30% di astenuti sono ancora troppo pochi per sperare che questi (tutti) abbiano voglia teoricamente di sostenere una proposta come la Bulé. C'è una parte importante di cittadini - di poteri forti e meno forti - a cui fa comodo votare persone come quelle che sono in parlamento; ma mettiamo pure che si riesca ad andarci, in parlamento: seconda questione. Come primo approdo non penso che si riuscirebber ad andarci già come maggioranza: anzi, magari all'inizio ci sarà una manciata di parlamentari. Tenendo conto che tutti gli altri partiti ovviamente isoleranno il partito pro-Bulé, la prospettiva è che passino degli anni prima che il movimento possa crescere, fuori e poi in parlamento. Qualcosa mi dice che qualcuno di questi eletti potrebbe pure prenderci gusto alla vita parlamentare - perchè no?, stipendio buono, pensione garantita per pochi anni di lavoro...
E poi: persone digiune di politica (sia la bassa che la alta) saprebbero districarsi nei meccanismi parlamentari e legislativi? Si può stare in palamento solo con l'unico scopo di scrivere una legge e basta? Altri dubbi: che possano esserci intralci costituzionali o procedurali - insomma, per quanto si possa essere certi dell'incompetenza di molti ministri, non sono certo 20 persone a mandare avanti la macchina dello stato; ci sono collaboratori e persone ai più vari livelli che si occupano delle cose più complicate: sono queste che vanno scelte con un certo criterio; persone elette a caso saprebbero cosa fare? Saprebbero creare una linea di governo, dei piani economici, ecc.? Gli attuali nella loro incompetenza sanno però benissimo dove andare a parare, e inoltre rappresentano poteri presenti e visibili nella società: chi rappresenterebbero gli eletti a caso? Davvero associazioni tipo Confindustria (per fare un esempio) appoggerebbero mai un cambiamento poilitico simile? Nonostante il degrado politico sociale attuale io penso che le cose possano andare ancora peggio! Non potrei mai votare una maggioranza "a caso"- non conoscendo i miei concittadini...
In ogni caso se veramente vuoi far conoscere questa tua proposta a più gente possibile è quasi inevitabile che tu debba creare una pagina su Facebook - è un consiglio di marketing!
Risponde Marcello

Grazie innanzitutto per avermi “riproposto” le tue considerazioni che avevo incautamente cancellato dal blog.

I tuoi dubbi sulla fattibilità del mio progetto sono anche i miei. Io ho ipotizzato un percorso, quello del “partito a progetto”, e mi rendo conto che ci sono molti se e molti ma, su un cammino del genere. Che quand'anche riuscisse a partire può anche rischiare di diventare molto lungo e perdersi per strada, come probabilmente sta succedendo alla Lega, ormai prigioniera di slogan sempre meno credibili e costretta a inseguire (e al contempo seminare) le istanze neorazziste della parte più ignorante e spaventata dell'elettorato. Anche se, per evitare che qualche rappresentante della Bulé possa "prenderci gusto", basta mettere in Statuto che anche i candidati del partito, per coerenza, devono essere scelti col sorteggio tra tutti gli aspiranti, e/o che NESSUNO può restare in carica per più di una legislatura.

A me, comunque, interessa l'obiettivo: far sparire la Casta dei politici passando all'elezione per estrazione a sorte. Dunque, se qualcuno (che magari conosce meglio di me l'attuale situazione legislativa) ha altre idee per arrivare a quel risultato, ben vengano. Se esistesse la possibilità di organizzare un referendum propositivo, indicherei quella strada, e probabilmente quegli italiani che a suo tempo hanno votato in maggioranza per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ora voterebbero anche per l'abolizione dei partiti tout court. Purtroppo, e forse non a caso, a quanto so i nostri legislatori hanno previsto solo il referendum abrogativo, arma fra l'altro ormai abbastanza spuntata per l'abuso che se ne è fatto. Comunque tutte le proposte più praticabili della mia sono le benvenute.

Finché non ne arrivano (o non vengono in mente a me), per parte mia continuerò a sostenere questa follia del partito a progetto.

Sulla sostanza della Bulé, invece, permettimi di non essere d'accordo con te quando dici che non potresti mai votare (e comunque non dovresti farlo: al posto dell'urna ci sarebbe il sacchetto dei numeri della Tombola!) una maggioranza “a caso”, non conoscendo i tuoi concittadini. Perché, ora li conosci? Dal “Porcellum” in poi, le liste i partiti se le fanno in segreteria, e noi possiamo solo votare a scatola chiusa. E non è che prima le cose andassero meglio. I candidati li sceglievano comunque i partiti, e se condividevi le idee del partito, sulla persona non avevi davvero scelta! Mi ricordo che, ai tempi in cui abitavo in provincia di Milano, un anno l'Ulivo propose per candidato locale un impresentabile, inconsistente, mellifluo ex-democristiano con la faccia da schiaffi! O quello, o un altro partito! Dov'era la scelta?

Meglio, mooolto meglio allora i candidati designati dalla sorte, confidando che le menti migliori della società si candidino in massa... e ci arrida un po' di fortuna.

Poi, so benissimo che per il funzionamento del Governo e del Parlamento occorrono competenze. E il mio progetto non le esclude affatto. Se i singoli parlamentari fossero estratti a sorte (e per votare a favore o contro le leggi proposte può essere sufficiente -o meglio è addirittura auspicabile- il “buon senso del padre/madre di famiglia”), per i ministri ho invece previsto che possano essere scelti nella società civile proprio sulla base delle loro competenze. Mentre il Presidente del Consiglio, secondo me, DEVE essere uno degli estratti a sorte (su 3-400, ce ne sarà pure uno con sufficiente cultura e intelligenza per rivestire quel ruolo) per evitare che il Berlusconi di turno fatto uscire dalla porta rientri dalla finestra. Ed è ovvio che anche segretari, sottosegretari e consulenti a vario titolo possano essere trovati nella società civile sulla base delle loro competenze e, si spera, anche dei loro meriti. Dunque non vedo perché le istituzioni, a quel punto, non dovrebbero funzionare. Sarò un inguaribile sognatore e ottimista, ma secondo me, “fatti fuori” i partiti con tutti gli interessi che si portano dietro, funzionerebbero meglio di adesso!

Grazie per il tuo suggerimento di sbarcare anche su Facebook. Lo farò.